venerdì, novembre 24, 2006

Il pane doc che viene dal carcere

La (buona) esperienza dei detenuti del penitenziario di Terni, quello che ospita Provenzano.
Hanno cominciato con i biscotti. Al cioccolato e con le mandorle. Poi hanno sfornato ciambelle, crostate, pizze, focacce e grissini. Fra un pò venderanno il loro pane alle mense scolastiche e negli ospedali. E' una piccola grande impresa quella che hanno messo su là dentro, oltre le sbarre. Il corso l'hanno fatto in quattordici, poi i "mastri panificatori" della casa circondariale di Terni sono diventati quattro, tutti soci della Gulliver, la cooperativa che commercializza all'esterno tutti i loro prodotti. "E il sindaco Paolo Raffaelli adesso sta inserendo anche noi nel circuito del pane doc di Terni" annuncia Francesco Dell'Aira, direttore del penitenziario umbro, 360 detenuti prima dell'indulto e quasi 160 oggi, compreso il boss Bernardo Provenzano.
Ma la fama di quel carcere non viene certo dall' "illustre" ospite di Corleone, quanto piuttosto dalla voglia di fare di tutti gli altri. Avevano iniziato quasi per scommessa lo scorso Natale portando il pane in Cattedrale al vescovo, poi ecco l'idea di aprire "Forno Solidale". Trovato uno spazio di 150 metri quadri e arrivate le attrezzature, l'avventura è partita. Ed è solo la più recente. Fra qualche mese poi i detenuti di Terni, dopo il pane, produrranno anche energia. Al Dap, il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, hanno scelto tre carceri per il nuovo progetto. Uno al Nord (Torino), uno al Sud (Taranto) e uno al centro dell'Italia - Terni appunto - per installare pannelli solari negli istituti carcerari. I finanziamenti provengono dal ministero di Grazia e giustizia e dal ministero dell'Ambiente, i corsi professionali per quindici detenuti di Terni saranno a carico della Regione Umbria.
(a.b.)
Fonte: Il Venerdì di Repubblica, Venerdì 24.11.2006

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