lunedì, ottobre 23, 2006

Idee per un programma delle agricolture sociali

Giovedì 28 settembre, alle ore 16, si è svolta a Grottaferrata (Roma), presso la Cooperativa Agricoltura Capodarco, la 1^ Assemblea Annuale dell'Associazione "Rete Fattorie Sociali".

Nel corso dei lavori sono stati presentati i primi risultati della ricerca realizzata dalla Cia di Roma sulle aziende agricole con familiari disabili insediate nel territorio provinciale.

Pubblichiamo il Documento approvato in questa ocasione dalla AssembleaRete Fattorie Sociali.

IDEE PER UN PROGRAMMA
DELLE AGRICOLTURE SOCIALI

Le agricolture sociali sono molteplici perché diversi sono gli approcci, da quello dell’inclusione a quelli della formazione e della relazionalità. Tutti comprendono le attività agricole - o a queste strettamente connesse - in grado di generare benessere per fasce di popolazione a ridotta contrattualità o in fase di formazione.
L’approccio dell’inclusione è legato all’impiego dei processi agricoli e delle risorse del paesaggio rurale nell’erogazione di servizi utili per l’inclusione di soggetti a bassa contrattualità. Quello della formazione riguarda esperienze in cui l’attività agricola è al centro di processi socio-educativi rivolti a minori e finalizzati ad acquisire conoscenze tacite proprie del mondo rurale. Quello della relazionalità comprende un’area di interazione più vasta, legata a forme e tempi più vicini ai cicli naturali, tra operatori in contesti rurali o periurbani e fruitori che risiedono in città.
La diversità delle agricolture sociali implica, pertanto, la necessità di un confronto tra soggetti con esperienze e aspettative eterogenee e tra operatori con competenze differenziate. Alle agricolture sociali sono interessati numerosi soggetti pubblici e privati, dal mondo delle istituzioni (Unione Europea, Stato, Regioni, Province, Enti Locali, Aziende socio-sanitarie, Scuole, Università, Enti di ricerca, Autonomie funzionali, Enti parco, Agenzie di sviluppo, Enti morali, ecc.) a quello associativo (organizzazioni imprenditoriali e sindacali, cooperazione, associazioni di promozione sociale, organizzazioni consumeristiche, strutture di volontariato, ecc).
Ciascuno di questi soggetti, in funzione dei propri obiettivi, delle proprie responsabilità e dei propri compiti, può realizzare percorsi di collaborazione in grado di accrescere le risorse sulle quali far leva in un determinato territorio per elevare la capacità di inclusione e di relazioni presenti nel sistema locale.

I SOGGETTI DELLE AGRICOLTURE SOCIALI
Nelle diverse agricolture sociali operano una molteplicità di soggetti:
§ neo-comunità rurali, che sono comunità di persone attive in contesti rurali dove le pratiche agricole si riferiscono a relazioni improntate sulla fiducia, sul dono e sulla reciprocità;
§ strutture socio-agricole, che sono imprese sociali, enti morali, associazioni onlus che fanno uso delle risorse agro-rurali per affrontare in modo peculiare il tema dell’inclusione, della capacitazione e formazione;
§ aziende agri-sociali, che sono imprese agricole singole o associate che svolgono attività di carattere sociale come declinazione della multifunzionalità;
§ operatori part-time e volontari, che affrontano i problemi del disagio sociale mediante pratiche di microagricoltura e di manutenzione del paesaggio, nonché attività produttive, culturali e artistiche legate al r-urbano.
Nel caso delle neo-comunità rurali prevale la finalità dello stare insieme, del vivere un sistema di relazioni nel quale gli elementi della gratuità siano più evidenti.
Nelle strutture socio-agricole emerge, invece, la dimensione dell’operare sulle risorse umane in chiave abilitativa e di capacitazione. In queste realtà i processi agricoli sono messi in atto inizialmente come strumento di lavoro terapeutico e, solo successivamente, tendono ad acquisire una più evidente dimensione imprenditoriale.
Nelle aziende agri-sociali, d’altro canto, l’interesse principale riguarda la gestione dei processi produttivi per la realizzazione di beni e servizi. In esse la scelta di operare in campo sociale è, spesso, conseguente alla sovrapposizione di uno specifico interesse economico-produttivo con una dimensione etica della vita sociale dell’imprenditore. La capacità di erogare servizi sociali da parte di un’impresa agricola implica la presenza in azienda delle risorse materiali necessarie a fornire tali servizi (terra, animali adatti alle attività terapeutiche, semplici attrezzature che consentano l’espletamento delle attività sociali in strutture senza barriere architettoniche e protette, luoghi di incontro per la condivisione delle esperienze e per le terapie di gruppo, ecc.), ma soprattutto la consapevolezza dell’agricoltore del tipo di attività tutta particolare che va ad intraprendere.
Ci sono, inoltre, famiglie agricole che hanno tra i propri componenti persone con disabilità. Ma spesso il loro coinvolgimento nelle attività aziendali avviene in modo del tutto informale e privo dei necessari supporti socio-sanitari. Di conseguenza le risorse aziendali non sono consapevolmente utilizzate nelle loro potenzialità a favore del familiare svantaggiato. Diventa, pertanto, necessario un percorso di accompagnamento di queste aziende perché prendano coscienza di essere delle vere e proprie aziende agri-sociali, formalizzando i rapporti con le istituzioni pubbliche e con le strutture del privato sociale.
Nelle microaziende agricole e negli spazi r-urbani, infine, sono molteplici i servizi sociali che si possono erogare mediante attività agricole, ambientali e quelle inserite in filiere agri-energetiche o legate al riuso del legno di città.

A CHI SONO RIVOLTE LE AGRICOLTURE SOCIALI
Le agricolture sociali guardano a tutti coloro che possono innalzare i propri livelli di capacitazione e di inclusione sociale mediante il contatto con i processi agricoli e con le risorse della ruralità. In particolare si rivolgono:
§ ai bambini, attraverso l’organizzazione di asili-nido, piccole ludoteche, laboratori e percorsi verdi;
§ ai minori ed ai giovani in difficoltà, attraverso le pratiche abilitanti, il contatto con esperienze concrete, l’ingresso in comunità di accoglienza e le pratiche di avvicinamento al lavoro;
§ alle donne vittime di violenze, mediante formazione e orientamento per il reinserimento sociale e lavorativo e il potenziamento dell’autostima e dell’identità femminile, che potranno essere facilitati dal recupero del contatto con la “madre” terra tradizionalmente legato ai saperi delle donne;
§ alle persone con disabilità sul piano fisico e mentale, mediante azioni di terapia colturale o legata al contatto con animali, di formazione, di terapia occupazionale e di inserimento lavorativo;
§ agli anziani in difficoltà, mediante forme di accoglienza temporanea, di organizzazione di servizi (sia di prossimità che di domiciliazione) e di turismo sociale;
§ ai detenuti ed ex-detenuti, mediante attività di formazione e occupazione interne agli istituti di pena, oppure forme di inserimento lavorativo esterne al carcere;
§ alle persone affette da dipendenze nei confronti di sostanze alcoliche e di droghe;
§ alle persone che necessitano di un recupero delle proprie abilità e capacità mediante forme, spazi e sistemi di relazione diversi da quelli usuali e più vicini ai cicli naturali e alle esperienze di gestione del paesaggio.

AGRICOLTURE SOCIALI E WELFARE LOCALE
Le agricolture sociali rappresentano una parte significativa del contributo che la ruralità può offrire al miglioramento della qualità della vita, alla capacità di attrazione e alla reputazione di un sistema locale. Esse favoriscono la rivitalizzazione di alcuni valori che sono alla base della domanda di ruralità come l’accoglienza, il dono e la reciprocità. Rivestono, dunque, il duplice ruolo di migliorare le condizioni sociali delle popolazioni locali e di rigenerare alcuni stili di vita che sono propri dei territori rurali, introducendo attitudini capaci di contemplare, accanto ai valori economici, relazioni personali basate sulla gratuità.
Le agricolture sociali si inseriscono, pertanto, in sistemi di welfare legati alla località, capaci di evitare una contrazione della qualità delle prestazioni e dei servizi, di valorizzare risorse locali non consuete e di caratterizzarsi per la presa in carico, da parte delle comunità locali, dei bisogni sociali di un territorio.
Le funzioni delle agricolture sociali dovranno trovare formale riconoscimento da parte dei soggetti deputati ad organizzare e gestire i servizi socio-sanitari e, più in generale, da parte delle comunità locali.
Tale riconoscimento può avvenire attraverso molteplici modalità:
§ nell’integrare le risorse delle agricolture sociali nelle reti di protezione sociale;
§ nel creare reti capaci di collegare e dare visibilità alle agricolture sociali;
§ nel definire pratiche contrattuali capaci di legare in modo attento e flessibile le risorse dell’agricoltura sociale a quelle istituzionalmente deputate all’organizzazione dei sistemi di welfare;
§ nel considerare le risorse delle agricolture sociali all’interno delle norme riguardanti l’organizzazione delle reti di servizio;
§ nel compensare prestazioni e servizi sociali così come accade nel caso dell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate per le quali vige un sistema di esenzioni contributive e di riduzione degli oneri sociali.
L’espansione delle agricolture sociali è una prospettiva che consente di superare la visione tradizionale che considera lo sviluppo economico e lo sviluppo sociale come due variabili indipendenti, oggetti di politiche autonome e non comunicanti e di considerare, invece, un efficiente sistema di welfare come un prerequisito dello sviluppo territoriale.

AGRICOLTURE SOCIALI E MERCATO DEI PRODOTTI ETICI
La capacità di fornire servizi sociali può costituire un ulteriore valore aggiunto per le produzioni che in essa si realizzano. La caratterizzazione di prodotto della fattoria sociale dà, infatti, al prodotto agricolo e alimentare proveniente dai molteplici “luoghi” delle agricolture sociali una tipizzazione etica che permette di commercializzare tale prodotto anche, ed in prospettiva soprattutto, nei particolari circuiti del commercio equo e solidale.
Le agricolture sociali possono, dunque, svilupparsi su concrete aspettative economiche derivanti dalla capacità degli operatori di rispondere, oltre che al tradizionale mercato dei prodotti agricoli e alimentari, anche ad un mercato dotato di caratteristiche sue proprie e legato alla tipizzazione etica dei prodotti delle fattorie sociali. Questi incorporano, infatti, valori ulteriori che vanno a soddisfare un particolare segmento di domanda sensibile alle istanze etiche e che sta dando luogo ad una filiera specifica.
Il connubio fra aspetti etico-sociali, la valorizzazione dei legami fra agricoltura e territorio, il rapporto molto stretto tra diversificazione delle attività agricole e miglioramento della qualità della vita nelle aree rurali, insiti nelle agricolture sociali, appaiono pertanto intimamente connessi allo Sviluppo Rurale nell’accezione di politica essenzialmente territoriale che ne ha dato la nuova regolamentazione comunitaria.

GLI STRUMENTI A SOSTEGNO DELLE AGRICOLTURE SOCIALI
Benché si siano diffuse spontaneamente, anche le agricolture sociali traggono vantaggio dalla definizione di strumenti di supporto capaci di riconoscerle, integrarle e sostenerle.
Tali strumenti si realizzano attraverso una serie di azioni volte a conseguire i seguenti obiettivi:
§ accrescere la consapevolezza tra gli operatori del mondo agricolo e del sistema sociale e sociosanitario, delle potenzialità di percorsi “agri-sociali”;
§ promuovere lo sviluppo di esperienze di agricoltura sociale, in particolare di modelli di intervento basati su partenariati virtuosi a carattere dimostrativo per gli operatori agricoli e sociali dei vari territori;
§ creare opportunità di diversificazione aziendale nelle imprese agricole basate sull’erogazione di servizi sociali alla comunità locale;
§ creare un circuito commerciale di prodotti agricoli di qualità sociale;
§ riconoscere sul piano normativo, contrattuale e finanziario le prestazioni e i servizi sociali;
§ acquisire conoscenze e competenze nella mobilizzazione delle risorse delle agricolture sociali;
§ attivare percorsi formativi e informativi.Lo sviluppo di partenariati e la messa a disposizione degli operatori di informazioni specifiche sulle possibilità offerte al mondo agricolo dalle agricolture sociali debbono costituire l’elemento prioritario degli interventi di sostegno.
Si tratta, infatti, di colmare il gap costituito dall’insufficiente consapevolezza degli operatori agricoli e di quelli che sono impegnati nella sfera sociale sulle potenzialità di un incontro tra i due ambiti.
Permangono invero diffuse perplessità da entrambi i lati: il mondo agricolo di fatto continua ad ignorare le esperienze spontanee di agricoltura sociale sorte per lo più nell’ambito del terzo settore; il mondo socio-sanitario ha, d’altra parte, ben poca considerazione per l’agricoltura come ambito dove condurre percorsi terapeutici, riabilitativi e di integrazione lavorativa di soggetti deboli.
Queste considerazioni suggeriscono, quindi, di prevedere nelle politiche pubbliche, a partire dalla nuova programmazione dello Sviluppo Rurale 2007-2013, un percorso di sostegno alle agricolture sociali articolato in due fasi:
la prima dovrebbe sviluppare un progetto di ricerca e di animazione sull’intero territorio nazionale volto a far crescere le conoscenze e le consapevolezze sulle potenzialità delle agricolture sociali per il mondo agricolo, gli operatori del sociale e le comunità locali. Tale fase dovrebbe coinvolgere un numero limitato di esperienze pilota per contribuire a consolidarle e per far assumere loro un ruolo trainante quale esempio di buone pratiche da prendere a riferimento nella fase successiva;
la seconda dovrebbe invece sviluppare la disseminazione di nuove esperienze e sostenere la progettualità integrata territoriale in questo ambito.
Il sostegno alla progettualità integrata è un elemento chiave poiché una fattoria sociale, cioè qualsiasi pratica riferita alle agricolture sociali, può nascere soltanto da un progetto che veda coinvolti contestualmente una pluralità di attori pubblici, privati e del privato sociale.
La Rete Fattorie Sociali, nel considerare il presente documento un contributo di idee per elaborare un programma delle agricolture sociali, fa appello alle istituzioni, alle organizzazioni sociali e a tutti coloro che hanno a cuore l’edificazione di una società più giusta e solidale perché le agricolture sociali abbiano la dovuta attenzione nelle politiche pubbliche. L’obiettivo di una loro espansione deve entrare a pieno titolo nelle politiche di sviluppo rurale e di coesione e diventare una leva decisiva per rinnovare ed espandere il welfare locale e di comunità nelle aree rurali e nei contesti urbani e metropolitani.



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