Innanzitutto, merito all'AIAB per il contributo nel portare il tema dell'AS all'attenzione nazionale, con il progetto “Programma Nazionale di sviluppo e promozione della rete delle bio-fattorie sociali” - finanziato dal ministero della Solidarità Sociale - e gli incontri di formazione realizzati su tutto il territorio nazionale nell'ambito dello stesso progetto, di cui il convegno di ieri ne rappresentava la conclusione. E merito per l'aver portato il tema all'attenzione della politica nazionale: all'incontro di ieri hanno partecipato il Ministro per la Solidarietà sociale Paolo Ferrero ed il sottosegretario alle Politiche Agricole del Mipaaf Stefano Boco.
Riporto alcune, solo alcune, delle cose emerse e di cui si è discusso ieri.
Da evidenziare, certamente, l'impegno del ministro Ferrero a convocare a gennaio del 2008 un tavolo tecnico sull'AS, aperto anche al Ministero della Salute e dell'Agricoltura, che possa avviare delle riflessioni al fine di sviluppare sinergie fra politiche agricole e sociali ed adottare una strategia per lo sviluppo dell'AS in Italia [N.d.R. tragi-comica: sempre ... che il governo resista sino ad allora...].
Maria Grazia Mammuccini (amministratore dell'Arsia Toscana) ha evidenziato tre necessità:
- fare sintesi di quanto è stato fatto fino ad oggi ed adottare una strategia di sviluppo per l'AS;
- trasferire l'esperienza della cooperazione sociale e delle imprese sociali operanti in agricoltura ad altre imprese agricole;
- pensare e mettere in pratica soluzioni innovative per sviluppare i servizi nelle aree rurali.
Ha, inoltre, esposto sinteticamente - ed in maniera estremamente chiara - il percorso realizzato dall'Arsia in questi anni, descrivendone la metodologia ed i risultati, e le attività attualmente in corso.
Ma la cosa che mi piace riportare forse più delle altre è la seguente: l'attività realizzata da Arsia (e dai soggetti coinvolti nel progetto della durata di 5 anni), è costata complessivamente circa (se non ho capito male) 130 mila euro, cioè circa 25 mila euro l'anno. Come ci siamo già detti ieri al convegno con l'altro componente di questa effettivamente un po' strana redazione..., ci sentiamo di condividere pienamente quanto è stato detto a proposito della necessità di acquisire uno stile diverso nel fare le cose, diciamo più "essenziale" e quindi capovolgere uno stile, che ci permettiamo di dire è un po' tutto italiano, quello cioè di dover (sembra quasi necessariamente) spendere un sacco di soldi per riuscire a fare delle cose in grado di contribuire in maniera significativa allo sviluppo di un'area o di un territorio.
Ha, infine, sottolinato anche la necessità di avere anche per l'AS come riferimento il mercato e quindi lavorare per rafforzare le esperienze ad es. di filiera corta, creare mercati alternativi e valorizzare le produzioni dell'AS.
Nel pomeriggio tante esperienze e testimonianze di AS, ma per ora è tutto,
ag
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