sabato, giugno 23, 2007

Multifunzionalità dell’agricoltura: servizi di prossimità e servizi in campo sociale nei territori rurali

Titolo decisamente altisonante…
Il 13 giugno scorso il Laboratorio Territoriale di Informazione ed Educazione Ambientale di Cave (Roma) e l’Associazione Ambientalista L’Umana Dimora hanno organizzato un incontro su “AGRICOLTURA E MULTIFUNZIONALITA’: quali opportunità per lo sviluppo sostenibile di un territorio rurale”.
In programma un intervento, fra gli altri, dal titolo "Multifunzionalità dell’agricoltura: servizi di prossimità e servizi in campo sociale nei territori rurali" (il titolo altisonante era già dato, anche se già utilizzato, rimane molto bello), al fine di inquadrare nel contesto dell'incontro anche gli aspetti della multifunzionalità connessi ai servizi sociali nei territori rurali.
Ho cercato di portare un piccolo contributo, ringrazio il prof. Senni e gli organizzatori dell’incontro per l’opportunità e la fiducia.

In basso riporto gli appunti utilizzati come traccia durante l’incontro, perchè qualcuno ha chiesto copia delle slides (e qualcuno le ha avute e qualcuno no), spero possano essere in qualche modo utili e comprensibili, pur non essendone per nulla certa. Le cose più sensate -come leggerete in basso nella nota introduttiva- non sono farina del mio sacco, altre le ho ripescate da alcune precedenti riflessioni, in alcuni casi rielaborate e poi semplicemente ho messo assieme il tutto per cercare di dare un filo conduttore (logico) ad un argomento abbastanza complesso, nel senso che porta con sé molte implicazioni e di diversa natura, dalla crisi ad un dato momento del modello agricolo europeo, alla necessità di individuare nuove strategie competitive, ai sistemi di welfare (anche in questo caso con modelli in crisi e nuovi modelli all’orizzonte), alle nuove tendenze del mercato (gli usi dei consumatori stanno cambiando, sarebbe un errore pensare che non cambia nulla ed è tutto fermo, basta dare un’occhiata in giro anche nella GDO, nelle nuove tipologie di prodotto introdotte e ad es. il variare col tempo del loro posizionamento negli scaffali).
Comunque, in basso, le note "traslate" dalle slides (blogger non ci dà la possibilità di caricare i files).
Continua a piacermi l'idea di raccogliere su questo blog le esperienze del dopo-master di ciascuno (nonchè degli altri incontrati in questi mesi) e di potersi confrontare e ragionare su questi temi, quindi se vi va, commentate pure queste brevi note, demolite, correggete, integrate.



Multifunzionalità dell’agricoltura: servizi di prossimità e servizi in campo sociale nei territori rurali
Note di Angela Galasso
Per l’incontro “AGRICOLTURA E MULTIFUNZIONALITA’: quali opportunità per lo sviluppo sostenibile di un territorio rurale”
Genazzano, 13 giugno 2007

Nota introduttiva
* NB: Questi appunti costituiscono un’elaborazione, del tutto personale, di un percorso fatto di esperienze di lavoro, di formazione, di letture e di confronti avvenuti con colleghi, amici, operatori del settore agricolo e del mondo della cooperazione sociale e costituiscono solo il tentativo di fornire alcuni elementi generali che possono essere ricondotti al complesso quadro della c.d. “agricoltura sociale”, quadro tuttoggi in via di definizione e che vede esperienze estremamente diverse fra loro, molto spesso caratterizzate da grande innovazione, forti valori etici, relazionali e motivazionali, ma anche a volte rischi di confusione e di scarsa concorrenzialità.
Tuttavia, in particolare per alcune parti di questa presentazione (definizione e ambiti della multifunzionalità, gli attori), desidero ringraziare soprattutto la collega di studi e di viaggi Silvia Paolini.


Riferimenti normativo/giuridici
* Il termine “agricoltura sociale” non ha alcun riferimento normativo/giuridico nel nostro Paese. Indica in senso ampio tutte quelle esperienze che coniugano agricoltura e lavoro sociale, con particolare riferimento – attualmente - all’inserimento (socio-terapeutico, educativo, lavorativo) dei soggetti più vulnerabili della società e/o a rischio di marginalizzazione. (SoFar, UniPisa)
* Altrettanto, il termine “fattoria sociale” non ha alcun riferimento normativo. Può trattarsi di strutture agricole aventi natura giuridica diversa (privata, pubblica, privato-sociale), aventi comunque forti finalità sociali. (SoFar, UniPisa)
* La definizione della figura dell’Imprenditore Agricolo Professionale come premessa fondamentale allo sviluppo della multifunzionalità agricola:
- D.l. 228/2001 (legge in materia di orientamento e modernizzazione del settore agricolo)
- D.l. 99/2004
- D.l. 101/2005

Ambiti della multifunzionalità in agricoltura
* Turismo (agriturismo, agripleinair, percorsi verdi/blu, trekking, turismo enogastronomico)
* Commercializzazione: la vendita diretta (gruppi di offerta e di acquisto, autoraccolta, consumo locale)
* Ambiente (biodiversità, verde pubblico, energie alternative)
* Didattica (fattoria didattica, agriasilo, museo in fattoria, agrobioparco, orti didattici)
* Welfare: servizi sociali nelle aree rurali (inserimento lavorativo in agricoltura, terapia orticolturale HT, attività assistita con animali AAA e terapia assistita con animali AAT, nidi aziendali, orti per anziani, giardini per Alzheimer, servizio mensa per anziani, servizi di trasporto – taxibus -, attività culturali - biblioteche, bibliobus, centri polifunzionali, …)

Le funzioni dell’agricoltura sociale
* Produttiva (agricoltura)
* Riabilitativa (servizi sanitari e socio-assistenziali)
* Relazionale (attività sociali, sportive, ludiche, …)
* Educativa (istituti scolastici, istituti minorili, affidi familiari, ...)


Gli attori: l’azienda agricola, gli utenti, le comunità rurali, la collettività, i consumatori

L’azienda agricola
* E’ il luogo fisico che rende possibile l’incontro degli altri attori
* Apporta la dimensione produttiva, necessaria per “fare” e, conseguentemente, “imparare facendo” e per entrare nell’ottica del “fare per davvero”
* Offre: ritmi naturali (stagioni, successioni di operazioni, …), varietà di compiti (semina, irrigazione, raccolta, diserbo,…), la possibilità di “prendersi cura” di qualcosa/qualcuno (piante, animali)
* In (o tramite) essa sono realizzate le attività di cui beneficiano gli altri attori, animate dalle competenze di volta in volta necessarie: attività terapeutiche, inserimento lavorativo, servizi alla collettività, nidi aziendali, produzioni etiche, attività didattiche

Alcune caratteristiche riscontrabili nelle aziende agro-sociali
* Attività diversificate
* Metodi di coltivazione biologici
* Attività che prevedono relazioni con altre persone (agrituristiche, vendita diretta, …)
* Ordinamenti produttivi più frequenti: orticolo, vivaistico, piccola zootecnia, olivicolo, vitivinicolo

Alcune caratteristiche riscontrabili negli imprenditori agro-sociali
* Disponibilità ad interfacciarsi con altre strutture del territorio (ASL, scuole, Comune, associazioni, gruppi di acquisto, ecc.)
* Disponibilità ad inserire o sperimentare attività agricole che possono facilitare l’integrazione sociale
* Disponibilità ad adeguare alcuni spazi dell’ambiente di lavoro
* Disponibilità a formarsi (incontri, brevi corsi, visite altre realtà aziendali, ecc.)
* Motivazione valoriale, autenticità nelle relazioni

Gli utenti
* Fasce svantaggiate (disabili, detenuti ed ex-detenuti, ex-tossicodipendenti, minori a rischio): inserimento lavorativo ed attività terapeutiche (orticoltura, attività assistite con animali)
* Nuclei familiari: nidi rurali
* Bambini, ragazzi: fattorie didattiche (city farms)
* Anziani: tra turismo sociale ed integrazione di servizio (visite in aziende, orti urbani, servizi)

Le comunità rurali
* Servizi per la popolazione nelle aree rurali: trasporti, biblioteche, ludoteche, servizi alla persona

Collettività
* Recupero e/o mantenimento di tradizioni e stili di vita della campagna
* Rafforzamento delle relazioni tra Urbano & Rurale

Consumatori
* Attenzione, interesse e buona disponibilità verso le produzioni “etiche”. Possibili sbocchi di mercato: vendita diretta, gruppo di acquisto solidali (G.A.S.), autoraccolta, mense, spazi nella GDO


Acune immagini…










Cosa può voler dire: modifica degli ambienti di lavoro










I punti di vista

Le imprese agricole
* Guardano a volte con sospetto a questa tipologia di attività (forse è verosimile l’affermazione che oggi quasi il 50% delle imprese AS sono cooperative sociali)
* Non conoscono le attività inerenti l’AS o le immaginano come una sorta di last minute (es. agriturismo nella stagione morta)
* Non possiedono una cultura adeguata per professionalizzare l’attività
* Non hanno, tranne rari casi, contatti con questo “mercato”

L’atteggiamento varia tra:
* Speculativo per ricavare vantaggi immediati
* Occasionale senza farne un’attività organizzata
* Esclusivamente non profit per offrire un’attività pagata dalla PA e non dal mercato
* Professionale per approfittare di nicchie di mercato che si avvantaggiano della garanzia etica

Le strutture coinvolte (enti, associazioni, strutture sanitarie, …)
* Hanno bisogno dell’agricoltura come attività complementare
* Vogliono creare lavoro
* Non hanno capacità di investimento
* Sono disponibili a creare al proprio interno delle figure di gestione
* Hanno bisogno di assistenza qualificata

Le pubbliche amministrazioni
* Hanno spesso disponibilità di superfici inutilizzate o mal gestite
* Sono disposte ad investire per un ritorno di immagine
* Spesso non hanno obiettivi chiari
* Hanno bisogno di soggetti gestori esterni

I consumatori
* Non hanno molte informazioni
* Non conoscono marchi effettivamente discriminanti
* Sono abituati a campagne a sfondo etico o di utilità sociale abbinate a prodotti alimentari o agricoli (es. Telethon, arance della salute, azalee AIL, ecc.)


Uno sguardo in giro

Cosa è stato fatto (in realtà molto altro)
* Progetto Agroliberi nel 1999 in Toscana (Cia)
* PSR Toscana, Asse III, misura 9.4 relativa ai servizi essenziali per la popolazione rurale (buona prassi nazionale): riflessione sul welfare nelle aree rurali, ricerca-azione in 3 aree rurali, 60 interventi rivolti a diversi target (bambini, minori, anziani, disabili)
* Progetto di sviluppo rurale promosso dall’Arsia a partire dal 2003 (50 realtà AS, pratiche inclusive per 1200 persone, servizi temporanei per 400 persone)
* Esperienze Leader+: Gal Alto Oltrepò (bibliobus, taxibus), Gal Valle del Crocchio (informazioni disabilità e assitenza famiglie disabili)
* Caso dell’azienda agricola Colombini (Lari, PI)
* Caso della cooperativa sociale Agricoltura Capodarco (Grottaferrata, RM)
* Master in agricoltura etico-sociale dell’università della Tuscia

Lavori in corso
* Progetto di formazione in AS (Arsia)
* Progetto europeo Social Farming (UniPisa)
* 2a edizione del Master in agricoltura sociale (Università della Tuscia)
* Il progetto delle bio-fattorie sociali (Aiab)
* Il progetto beni confiscati (Ministero dell’Interno e Libera)
* Singole realtà (cooperative sociali, consorzi di cooperative, imprese agricole private, associazioni, ecc.) che comunque, indipendentemente da ricerche, tecnici, nuove figure professionali e politiche più o meno in atto, … si muovono


Forse per il futuro occorre
* Uscire dall’occasionalità
* Puntare su modelli di gestione efficienti
* Separare attività con possibilità effettive di mercato (da collocare) da attività di servizio sociale
* Professionalizzare la gestione
* Realizzare campagne di informazione


Per saperne di più
http://www.agrietica.it/
http://sofar.unipi.it/
http://www.arsia.toscana.it/
http://lombricosociale.blogspot.com/
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