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lunedì, febbraio 12, 2007
Master in Governance della Responsabilità Sociale: Pubblica Amministrazione e Organizzazioni Complesse
Visto che spesso abbiamo parlato di responsabilità sociale, segnalo questo Master di II livello, di cui mi è giunta oggi notizia, alle volte qualcuno volesse ulteriormente proseguire i propri studi. Anche se mi sto sempre più convincendo che la "formazione ad oltranza" sia una delle piaghe del millennio...vi giro il link su cui scaricare il programma dettagliato del suddetto Master, la cui sede è Roma, e le cui iscrizioni scadono il 12 marzo 2007. Obiettivo del corso di studi è quello di formare figure dirigenziali in grado di affrontare e gestire la dimensione della governance allargata.
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4 commenti:
Vedi che l'avvocatessa isolana, che tu conosci , potrebbe interpretare negativamente le tue considerazioni sul master, e questo non va bene!!!
Effettivamente...la mia affermazione potrebbe generare malintesi...E' solo che sto leggendo il simpatico (e trispemente realista)libro di Andrea Bajani: "Mi spezzo ma non m'impiego", che appunto parla della nostra generazione di trentenni cui, invece di un posto di lavoro, vengono offerte miriadi di opportunità formative (chiamate corsi, master, stage). Formarsi è doveroso, ma l'esito della formazione dipende molto dal come la si affronta (un parcheggio pre-lavorativo avrà esiti diversi da un percorso di arricchimento professionale), e dal perché (per allungare il proprio curriculum o per intraprendere un percorso lavorativo). Vabbè, consiglio a tutti il libro sopra citato, uno spaccato preciso del tempo in cui viviamo! Baci a tutti. Silvia
Condivido pienamente le perplessità di Silvia ; di fatto spesso chi offre un servizio , sia esso formativo , che di altro tipo non conosce( o non vuole farlo ) le esigenze di chi' ne fruisce.
E così i politici si dimenticano dei loro elettori, i medici e gli infermieri dei loro pazienti,le scuole e i professori dei propri studenti,le categorie sindacali dei propri lavoratori; e comunque se proprio non se ne dimenticano, di certo sono portati a difendere la propria categoria, allontanandosi dal principale obbiettivo , e cio quello di rappresentare , di curare , di formare e di rappresentare.
Questo è assolutamente normale.
Ma è pure vero , che stà alla intelligenza di ciascuno, saper cogliere da questo sistema un po' farraginoso e poco fluido, quello che di interessante c'è, di solito veramente poco; spesso si deve cercare in mezzo ad un mare di offerte formative solo speculative.
Voi giovani , purtroppo dovete continuare a cercare, dato di lavoro ne' trovato per poco, raramente e quasi mai inerente i vostri interessi...soprattutto per quanto concerne il settore agricolo..
Cambiate settore ...oppure rassegnativi a soffrire...
...Ciao Mario,
è vero che il tempo che viviamo è contraddittorio, ma se mi rassegno a soffrire a trent'anni...difficilmente arrivo a vedere i 40!... Cambiare settore, lo escludo, mi piace troppo l'agricoltura, è un'attività produttiva che permette di stancarsi, di sudare e vedere crescere i frutti del proprio lavoro, finalmente dei frutti pratici, non le "chiacchiere sui massimi sistemi" che spesso vengono fatte in ufficio (almeno nel mio). E' attività che permette di sviluppare relazioni concrete, di essere in contatto col mondo, che troppo spesso crediamo di essere svincolati da esso. Un esempio stupido: in città, per anni, ho avuto sempre con me l'ombrellino pieghevole nello zaino...mi permetteva di non guardare il cielo la mattina, pioveva o non pioveva, poteva essere lo stesso...da un po' sto' in campagna, ho imparato a guardare il cielo la sera e la mattina (dalla casa in città, era pure difficile vedere una porzione di cielo abbastanza grande), ho occasione di sentire le vecchiette del paese che spiegano come, quando le nuvole vengono da dietro tal punto della montagna pioverà, se vengono dall'altro invece no....insomma, l'ombrellino pieghevole me lo porto solo quando, visto il cielo, ho deciso se pioverà o no ...obiettivamente...non sempre ci indovino..., ma è bello capire un po' di + del mondo in cui viviamo. L'agricoltore questo lo fa costantemente...l'ingegnere, il pizzaiolo, il centralinista...spesso no. Eppoi, la cosa più bella è spiegare il ritmo della natura, della terra, ai bambini, che costringiamo a vivere nel cemento. E' bello vederli rincorrere le galline! Scusa la dissertazione, ma grazie per avermi scosso fino a farmi dire: mi piace proprio il settore agricolo...eppoi...vista la penuria di lavoro...almeno il mio pezzetto di terra me lo posso coltivare, in un'orgogliosa autosussistenza (che i nostri nonni praticavano e, se noi siamo i loro discendenti...tanto male non gli dev'essere andata!). Ciao!
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