mercoledì, marzo 04, 2009

Argomento di discussione 2 - I Precedenti

In Europa le iniziative d’AS registrano una costante e rapida diffusione grazie all’efficacia dei servizi resi nel potenziare il successo dei percorsi di capacitazione personale, d’inclusione sociale e lavorativa di soggetti a più bassa contrattualità, nelle aree rurali come in quelle peri-urbane. In Paesi come l’Italia, la Norvegia, il Belgio, la Francia e l’Olanda queste iniziative individuali si stanno traducendo in reti e movimenti, anche grazie ad iniziative di animazione e di supporto da parte delle poltiche e di Agenzie di supporto. In altri Paesi, tra cui l’Irlanda, il Regno Unito, la Finlandia, la Danimarca, la Germania, la Slovenia, le iniziative sono ancora isolate tra loro seppure promettenti per i risultati ottenuti. Ci sono poi paesi, come la Repubblica Ceca, il Portogallo, la Spagna, dove si registrano progetti pionieristici e non sempre pienamente valorizzati per il loro impatto sociale. In Olanda e in Belgio il numero delle Care Farms cresce in modo esponenziale grazie anche all’esistenza di una chiara normativa. Le aziende accolgono persone con svantaggio e sono seguite da Agenzie nazionali o regionali. In Italia, accanto al mondo della cooperazione sociale e del volontariato, un numero crescente di aziende agricole offre opportunità inclusive e nuovi strumenti in campo socio-terapeutico. Allo stesso tempo, sono presenti iniziative nelle quali la creazione di occupazione avviene in territori deboli economicamente e su terreni sottratti alla malavita organizzata. In Scandinavia e in Olanda, il riconoscimento dei servizi da parte pubblica consunte la creazione di nuove opportunità di integrazione del reddito agricolo attraverso l’offerta di servizi pubblici. In Italia ed in Francia, l’offerta di servizi di agricoltura sociale si lega alla formazione di nuove reti capaci di legare in modo nuovo e reciproco le aziende ed il terzo settore con il consumo critico e con la rete di protezione sociale.

In Italia si registra una grande attenzione ed un notevole interesse sul tema dell’agricoltura sociale. Le associazioni, il mondo del sociale, gli operatori socio-terapeutici, le aziende agricole e parte del mondo associativo agricolo, gli utenti e le loro famiglie, gli Enti gestori dei servizi e le istituzioni pubbliche, avviano iniziative che fanno leva sulle potenzialità che l’uso sociale dell’agricoltura è in grado di offrire ma, allo stesso tempo, si confrontano con tutte le rigidità derivanti dalla settorialità delle politiche educative, agricole, socio-assistenziali, della formazione. A questa difficoltà, se ne legano altre, tra cui: la differente sensibilità delle reti istituzionali locali nel condividere progetti innovativi e supportare il consolidarsi delle reti informali; la diversa disponibilità locale nel definire procedure, regole di funzionamento e modelli di lavoro innovativi nel campo dell’AS; una carenza nell’assistenza tecnica ai nuovi progett; una difficoltà dei servizi pubblici nel proiettare la rete dei servizi nel territorio con adeguate azioni di tutoraggio; dei limiti nel mettere a punto supporti educativi e formativi per gli operatori agricoli e sociali nei rispettivi campi. Come risultato si assiste poi ad una difficoltà nel valorizzare pienamente i fondi disponibili da parte delle politiche nazionali comunitarie. Accanto ad esperienze territoriali che mostrano un più elevato grado d’interazione ed integrazione territoriale tra soggetti con competenze e professionalità differenti, si associano realtà e progetti individuali e isolati. In questi ultimi casi, per le aziende agricole interessate ad offrire servizi, è spesso difficile trovare interlocutori istituzionali negli enti gestori dei servizi. Gli operatori sociali ed i terapeuti interessati a portare in attuazione pratiche e percorsi d’AS stentano a trovare disponibilità presso le aziende del territorio, o trovare terreni utili per l’avvio di percorsi d’AS. Altre volte, il terzo settore, avvia progetti socio-terapeutici che si confrontano presto con problemi di ordine economico dovuti alla difficoltà nel trovare con continuità del sostegno economico esterno, ovvero di gestire processi economici di impresa, con ricadute critiche dal punto di vista occupazionale. Il riconoscimento delle pratiche, una maggiore diffusione delle informazioni sui progetti avviati e sui risultati acquisiti potrebbero ridurre molti dei vincoli oggi esistenti alla affermazione dei progetti d’AS.
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