domenica, marzo 29, 2009

Inchiesta sul Lavoro Sociale

La crisi economica che stiamo attraversando scarica la drammaticità dei suoi effetti sulle fasce più deboli della popolazione, aumentandone i bisogni sociali, vecchi e nuovi.

In un contesto del genere il sistema di protezione e di benessere sociale, compresi i servizi, viene smantellato dal governo nazionale attraverso tagli pesanti alle regioni, agli enti locali e alle politiche sociali. Nella manovra finanziaria triennale del Governo i tagli ai fondi destinati alle politiche sociali ammontano ad oltre 3,5 miliardi di euro. In particolare, se sommiamo i tagli già apportati nel 2008 con quelli del triennio 2009-2011 (tabella C della legge finanziaria), il fondo nazionale per le politiche sociali subisce un taglio di circa 2 miliardi rispetto al 2007 (-300 nel 2008; -350 nel 2009; -630 nel 2010; -700 nel 2011); il fondo per la famiglia di 318 milioni (-90 nel 2009; -90 nel 2010; -138 nel 2011); quello per le politiche giovanili di 190 milioni (-58 nel 2009; -56 nel 2010; -76 nel 2011); quello per le pari opportunità di 96 milioni di euro (-14 nel 2009; -41 nel 2010; -42 nel 2011); il fondo nazionale per l’inclusione dei migranti viene azzerato (stanziati 100 milioni di euro nel 2007). Inoltre, dal 2010 non viene previsto neanche 1 euro per il fondo nazionale sulla non autosufficienza, che oggi ammonta a 400 milioni di euro.

Un’irresponsabilità sociale che tende a soffocare la natura pubblica ed universalistica del welfare, spianando la strada ad un modello residuale e caritatevole, come dimostra anche l’iniziativa della Social Card.

In questo modo la già difficile situazione dei servizi alla persona e del lavoro sociale rischia di logorarsi definitivamente, di vedersi chiudere una stagione di sperimentazione sociale che, tra alti e bassi, ha provato a ridefinire i servizi stessi fuori da un’ottica assistenzialistica, concentrandosi più sull’inclusione e sull’uguaglianza delle persone.

Pensiamo sia necessaria un’azione unitaria contro questo tentativo di distruzione del lavoro e dei servizi sociali. Un’azione che trovi la sua efficacia in una proposta alternativa di welfare, basata sul rilancio dello stato sociale e dei diritti di cittadinanza come porta d’accesso al benessere individuale e collettivo.

In questo percorso la voce del lavoratore sociale risulta essenziale per capire e migliorare il sistema dei servizi. Il suo ruolo politico e sociale, quasi mai riconosciuto, deve poter emergere e contribuire alla costruzione di politiche di cambiamento in nome del connubio inscindibile tra qualità del lavoro e qualità dei servizi.

A tal fine abbiamo ritenuto utile lanciare un momento di inchiesta e mutuo ascolto sul lavoro sociale, rivolta tanto agli operatori che ai beneficiari dei servizi.

In molte regioni sono previsti gruppi di inchiesta territoriali, che fungeranno da luoghi di ricerca-azione, riflessione, elaborazione culturale ed iniziativa sociale.

Come primo, ma non unico, strumento del nostro percorso di inchiesta sociale proponiamo un questionario per gli operatori sociali.

Lo scopo è quello di dare visibilità al lavoro sociale, alle sue istanze, esperienze, sperimentazioni, difficoltà perché lo consideriamo uno dei pilastri centrali del sistema dei servizi sociali che dovrebbero garantire, fuori da logiche mercantili, condizioni di vita dignitose a tutte e a tutti.

Invitiamo quanti, operatori, associazioni, cooperative, beneficiari dei servizi, interessati alla nostra iniziativa a costruire gruppi di inchiesta nei territori, che, partendo da un ascolto della realtà sociale, si attrezzino per immaginarne la sua trasformazione.

Fonte e per saperne di più: http://www.inchiestalavorosociale.org/
Per ricevere direttamente in posta i nuovi articoli, inserisci il tuo indirizzo e-mail:


oppure iscriviti al feed per tenerti sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog!
Per maggiori informazioni sui feed, clicca qui!

Stampa il post

Nessun commento: